Quando i risultati non si vedono e il posizionamento sembra un miraggio, controllare fattori on/off site e la Sandbox di Google diventa essenziale: essi sono elementi da verificare con attenzione in fase di monitoraggio della propria attività SEO. Evidentemente, tenere conto di certi parametri diventa fondamentale sia in fase di strutturazione del sito che durante la creazione di nuovi contenuti. Tra i fattori on-page i più importanti ricordiamo:
- L’architettura del sito, con la relativa strutturazione razionale dei contenuti. Questi ultimi vanno sviluppati seguendo un’articolazione piramidale costituita da categorie e sottocategorie, così da semplificare il lavoro dei bot.
- Se dal lato SEO i risultati non si vedono, il motivo può essere legato ad un uso scorretto dei tag di markup per i contenuti: meta tag description, titoli in H1, utilizzo crescente degli heading tag in un testo non vanno mai sottovalutati.
- Corretta gestione dei link interni.
- Ricorso alla sitemap e corretto utilizzo del file txt.
- Velocità del sito ed affidabilità del server.
Decisivi possono essere anche i fattori off site. A questa classe appartengono i link in ingresso, che devono essere di qualità: guadagnarsi link provenienti da siti sani e in linea con la tematica del sito ospitante è la soluzione più saggia; in questo modo, quando i risultati non si vedono pur essendo stati accorti nella gestione dei fattori on site/off site, è inevitabile cercare spiegazioni altrove.
Una delle motivazioni può essere connessa alla Sandbox di Google in cui è stato inserito il proprio sito appena messo online. Il termine, mai confermato da Google ma oggetto di studio di numerosi esperti SEO, identifica un periodo di latenza in cui il proprio sito non risulta posizionato correttamente tra i risultati organici. Tale “filtro” imposto ai siti di nuova costruzione può servire a Google per analizzare la bontà dei contenuti del sito stesso. Va sottolineato che la Sandbox non colpisce ogni sito di nuova realizzazione. Se i risultati non si vedono, può essersi verificato il caso in cui Google, oltre alla giovinezza, abbia valutato fattori “sospetti” (es. tecniche blackhat), utilizzati per alterare artificialmente il ranking ed oggetto di penalizzazioni definitive da parte di Google.