La sitemap, (letteralmente “mappa del sito”) è uno strumento in grado di strutturare e migliorare la navigabilità all’interno di un sito, in quanto può esserne considerata l’ossatura portante dell’intero “scheletro”: dalla homepage, passando per le sezioni e le categorie, fino ai contenuti delle pagine web interne. La mappa del sito ideale va sviluppata in duplice versione: una per l’utente e l’altra per Google (quest’ultima in formato XML). Nel primo caso, essa viene concentrata in una semplice pagina in cui si forniscono gli accessi più agevoli all’intera struttura del sito, esibendo all’utente le informazioni più dettagliate sulle sezioni, sulle categorie e sui contenuti della pagina. Una sitemap XML, invece, è utile per informare gli spider sulla frequenza di aggiornamento delle pagine, facilitando l’indicizzazione dei contenuti. L’ottimizzazione della mappa del sito XML può, inoltre, amplificare le visite e migliorare la visibilità nelle Serp. Il metodo caldeggiato da Seomoz prevede la divisione delle pagine per categoria, perché fornisce una logica non articolata e schematica ad una lista di file di pagine web. Ecco cosa fare e cosa non fare secondo il colosso di Mountain View:
- – Se già presenti all’interno del file robots.txt, non inserire nella sitemap URL non raggiungibili dagli spider del motore di ricerca
- – Evitare di inserire delle URL in pagine non più esistenti, perché rimosse.
- – Evitare di duplicare le URL e inserire nella mappa XML solo URL soggette al canonical.
- – È consigliabile inserire nelle URL sia la data che l’ora esatta della pubblicazione o dell’ultima modifica effettuata alla pagina.
- – Inviare con cadenza frequente e costante una sitemap XML a Google se il sito è soggetto a continui aggiornamenti di contenuti, in modo che questi ultimi possano essere raggiunti velocemente dagli spider ed essere indicizzati con priorità assoluta.