Viral marketing

Il viral marketing è una tecnica di marketing non convenzionale. L’accostamento con il virus biologico chiarisce le modalità di propagazione che lo caratterizzano: trasmissione di un messaggio che, destando interesse, genera passaparola.

Il modello riconosciuto è opera di Ralph F. Wilson. Ecco i suoi sei punti:

  1. Offrire prodotti e servizi gratuiti

Regalare una risorsa serve a promuovere le sue caratteristiche, per incentivare la vendita di una versione “avanzata” (es. software immessi sul mercato online con licenza free, attraverso la quale spingere quella “pro”, che prevede servizi aggiuntivi a pagamento).

  1. Essere semplice da trasferire

Riproduzione e trasferibilità sono condizioni primarie nella comunicazione user friendly: un concetto di viral marketing deve essere breve ma semplice da ricordare, per non distorcerne o limitarne la portata.

  1. Essere facilmente scalabile

La “scalabilità” permette di modificare le prestazioni quantitative di un sistema, senza rivoluzionarne le peculiarità, ma rendendole versatili in funzione della disponibilità.

  1. Sfruttare motivazioni e comportamenti comuni

Il concetto di parità è direttamente proporzionale a quello di popolarità: le azioni virali di un piano non conventional devono ricorrere ad emozioni, atteggiamenti ed espressioni di comune dominio.

  1. Ricorrere a sistemi di comunicazione esistenti

La rete di relazioni intrecciate occupa uno spazio fondamentale nella vita delle persone. Forti o deboli che siano, in una campagna di viral marketing le connessioni e le relazioni tra individui amplificano esponenzialmente la diffusione del messaggio.

  1. Trarre un vantaggio dalle risorse altrui

Fondamentale ricorrere a risorse esterne per rincorrere una visibilità inedita.

I principali mezzi per veicolare un contenuto virale di valore sono tre:

  1. Video virali. Per sua natura, il video assicura una partecipazione e uno sharing elevato e sono alla portata di tutti.
  1. Advergame. Giochi interattivi appositamente studiati per diffondere pubblicità. Piuttosto proibitivi per i costi di realizzazione.
  1. Social Media Applications. App che incentivano lo sharing e lo scambio di user generated content. 
Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
Share on whatsapp
WhatsApp
Share on email
Email
Giovanni Sodano

Giovanni Sodano

Consulente Marketing, studioso di Seo e Naming. Autore del libro SeoDance.

Visita il sito

Altri post